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VERIFICHE DI IMPIANTI DI MESSA A TERRA
Perchè le verifiche periodiche?
Perché Il 23 gennaio 2002 è scattato l’obbligo per tutti i datori di lavoro di richiedere e far eseguire le verifiche periodiche e straordinarie per:
- impianti elettrici di messa a terra;
- installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche;
- impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione
Secondo la normativa vigente sono assimilati a “dipendenti” anche i soci lavoratori di società di persone e cooperative, gli stagisti, gli apprendisti, gli allievi di scuole che utilizzano macchine utensili e attrezzature in genere.
Chi fa le verifiche periodiche?
Come dal disposto 462/01 le verifiche degli impianti possono essere effettuate da ORGANISMI ABILITATI dal Ministero delle Attività Produttive, sulla base della normativa tecnica europea UNI CEI, o in alternativa da Asl/Arpa.
> Non sono valide quindi, ai fini del DPR 462/01, le verifiche effettuate da professionisti o imprese installatrici.<
Con quale frequenza va fatta la verifica?
La frequenza indicata e di 2 anni per:
La frequenza indicata è di 5 anni per tutti gli altri locali
Le sanzioni per chi non adempie
Considerato che l’obbligo di richiedere e far eseguire le verifiche periodiche di legge è a carico del datore di lavoro, la mancata effettuazione delle verifiche di legge è una inosservanza che viene contestata allo stesso da parte di Ispesl, NAS, Ispettorato del Lavoro, ecc. in fase di attività di vigilanza.
Le sanzioni previste in caso di mancata ottemperanza agli obblighi di legge previsti dal DPR 462/01 sono:
- Arresto sino a tre mesi o ammenda da € 258,23 a € 1.032,91, in caso di applicabilità dell’art. 9 comma 2 del DPR 462/01.
- Arresto da tre a sei mesi o ammenda da € 1.549,37 a € 4.131,66, in caso di applicabilità dell’art. 32, 35 del DLgs 626/94.
Tali sanzioni, essendo di carattere penale, si applicano a tutte le persone dell’azienda responsabili penalmente (per es. tutti i soci delle s.n.c., tutti i soci accomandatari delle s.a.s. e l’ammnistratore delle s.r.l.).
Perchè Noi?
Perche APAVE Italia Cpm è un organismo di Ispezione di tipo "A" abilitato dal Ministero dello Sviluppo Economico con D.M. del 07/08/2007 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 200 del 29/08/2007 per effettuare le verifiche periodiche e straordinarie ai sensi del D.P.R. 462/01.
Verifiche & Co. sotto la supervisione di APAVE Italia Cpm. opera nel territorio con tecnici specializzati da oltre un decennio
Perché insieme eseguiamo:
* Verifiche di impianti fino a 1000V
* Verifiche di impianti oltre 1000V
* Verifiche di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche
* Verifiche di installazioni in ambienti di lavoro con pericolo di esplosione
VERIFICHE DI IMPIANTI e APPARECCHI
Verifiche periodiche di Attrezzature di lavoro ai sensi dell’art 71 del D.Lgvo 81/08 per:
Direttiva macchine D.lgs. (2006/42/CE) :
SICUREZZA ALIMENTARE HACCP
I controlli sempre più rigidi e frequenti esercitati dall'Autorità competente e contraddistinti da pesanti sanzioni a carico dell'azienda in casi di non conformità, accrescono il bisogno da parte dei soggetti che operano nel settore, a sviluppare competenze tecnico legislative in materia di sicurezza alimentare.
I metodi complessi applicati dagli Organi di vigilanza e quelli discrezionali esercitati da Enti e consulenti privati creano, anche nel medesimo territorio di competenza, difficoltà relazionali per le risorse che gestiscono in prima persona il "rapporto con il controllore".
Per fronteggiare tale situazione sempre più complessa a causa della pressione dei controlli è necessario, riorganizzare compiti e responsabilità, per poter gestire al meglio le relazioni, evitando risposte evasive e comportamenti difformi, che possono causare danni al singolo e soprattutto all'azienda.
CHI EFFETTUA LE ISPEZIONI E LE MODALITÀ DI CONTROLLO
Le ispezioni sono svolte da personale sanitario o tecnico, dipendente dall'autorità sanitaria provinciale o comunale che, nei limiti del servizio, riveste la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria.
Sono competenti esclusivamente gli addetti alla vigilanza che rivestono la qualifica di ispettore sanitario e sono gli unici a poter accedere ai laboratori di produzione e ispezionare gli impianti.
PRINCIPALI CORPI/ENTI COMPETENTI
COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DELLA SALUTE (NAS - Nucleo Antisofisticazione e Sanità): vigilanza e repressione su:
* farmacologia umana e veterinaria;
* igiene degli alimenti e delle bevande;
* igiene e sanità pubblica e veterinaria;
* profilassi internazionale delle malattie infettive.
ASL (Autorità Sanitaria Locale): prevenzione, vigilanza e repressione su:
* igiene e sicurezza ambientale e sui luoghi di lavoro
* igiene e sanità pubblica, profilassi delle malattie infettive
* igiene degli alimenti e delle bevande, nutrizione umana;
* igiene e sanità pubblica veterinaria, benessere animale.
Lo scopo di ogni ispezione è vigilare sull'osservanza di determinati principi legislativi e, nei casi di inosservanza, applicare le relative sanzioni amministrative o penali.
Secondo le norme del controllo ufficiale le ispezioni riguardano:
* stato, condizioni igieniche , impianti, attrezzature, utensili, locali, strutture, uffici, terreni, mezzi di trasporto, in tutte le fasi del processo produttivo;
* materie prime, ingredienti, coadiuvanti tecnologici, prodotti usati per la preparazione e la produzione dei prodotti alimentari;
* prodotti semilavorati e finiti (e relativi oggetti che ne entrano in contatto);
* processi di pulizia e sanificazione;
* processi tecnologici per produrre o lavorare alimenti;
* etichettatura e presentazione dei prodotti;
* mezzi e modalità di conservazione.
Ogni ispezione può essere integrata da ulteriori richieste dell'Autorità competente come l'audizione del responsabile e degli addetti dell'impresa ispezionata, il rilevamento dei valori registrati tramite gli strumenti di misurazione dell'impresa o mediante quelli di proprietà degli organi di controllo, la valutazione delle procedure adottate dall'impresa per garantire la qualità igienica degli alimenti.
I controlli ufficiali possono essere regolari, ossia sistematici o, in casi sospetti, straordinari e avvengono senza alcun preavviso. All'arrivo in azienda il tecnico della prevenzione deve qualificarsi e presentarsi al titolare o all'eventuale responsabile delegato (su richiesta è tenuto ad esibire la tessera personale di servizio), specificare il motivo della visita e invitare i rappresentanti a partecipare durante l'ispezione. La verifica è condotta con la massima riservatezza, in modo da non turbare lo svolgimento delle attività dei soggetti ispezionati, tenendo conto delle finalità e delle esigenze dell'accertamento.
Particolare attenzione viene dedicata all'individuazione degli "interessati", coloro che potrebbero aver concorso alla realizzazione di eventuali violazioni accertate a seguito dell'ispezione. Il loro nome infatti è allegato al prelievo effettuato e consegnato al laboratorio di analisi.
In caso di ostruzionismo da parte del titolare o del responsabile dell'azienda, chi effettua l'ispezione impartisce l'ordine verbale di accesso all'autorità (citando l'art. 650 del C.P.), e può richiedere l'ausilio della forza pubblica.
Qualora durante il controllo vengano riscontrate delle anomalie, cause di potenziali pericoli per la salute dei consumatori, i tecnici della prevenzione procedono al sequestro della merce.
MODALITÀ DEI CONTROLLI UFFICIALI NEL SETTORE ALIMENTARE
CONTROLLO VISIVO
* pulizia e manutenzione ambienti/attrezzature
* lavorazione, conservazione, esposizione, somministrazione
* etichettatura e rintracciabilità prodotti
* igiene addetti e modalità di lavoro
CONTROLLO DOCUMENTALE
* documenti autorizzativi e commerciali
* certificati di conformità impianti
* carico-scarico olii esausti
* manuale di autocontrollo (Piano HACCP)
* piano di sanificazione
* piano di disinfestazione e derattizzazione
CONTROLLO STRUMENTALE
* misurazione parametri chimico-fisici (temperatura, umidità, pH)
CONTROLLO ANALITICO
* prelievo di campioni per ricerca salubrità (patogeni, indicatori fecali, tossine, additivi vietati, corpi estranei, metalli pesanti)
Dopo aver effettuato i dovuti controlli, l'Autorità competente elabora una relazione rilasciandone copia al titolare, almeno in caso di non conformità. Tale relazione contiene una descrizione degli obiettivi dei controlli ufficiali, i metodi di controllo applicati, i risultati dei controlli ufficiali e l'indicazione degli interventi da adottare.
COMPORTAMENTO DURANTE LE ISPEZIONI
Nel corso di un'ispezione il titolare o eventuali delegati possono avvalersi di alcuni diritti previsti dalla normativa vigente. In primis è possibile rilevare eventuali comportamenti illegittimi da parte dei verificatori, apponendo dichiarazioni spontanee sul verbale.
Per quel che riguarda il prelievo dei campioni, vengono fornite istruzioni dettagliate sul contenuto del verbale che dovrà contenere:
* data, ora e luogo e modalità del prelievo;
* generalità e qualifica di chi lo ha eseguito;
* indicazione della natura della merce, descrizione delle condizioni ambientali di conservazione,
* indicazioni con cui è la merce è posta in vendita (sfusa o contenitori originali), dicitura delle etichette;
* dichiarazione che il titolare dell'impresa ha ricevuto copia del verbale e aliquota del campione;
* dichiarazione che il verbale è stato letto in presenza dell'interessato e che è stato sottoscritto (o meno) dallo stesso;
* firma dei verbalizzanti e del titolare;
* dichiarazioni su nome e residenza del fornitore della merce e data di consegna, eventuali aggiunte o manipolazioni della merce dopo il suo ricevimento, eventuali aggiunte o trattamenti della merce durante il prelievo.
Nel caso in cui venga riscontata una non conformità è giusto interrogarsi sul perché dell'accaduto, valutando l'adeguatezza e il livello di applicazione delle misure preventive adottate. E'necessario verificare se tale anomalia era già stata rilevata precedentemente e nel caso analizzare la modalità con cui è stata gestita, considerando comunque che, nel corso del tempo, potrà ripresentarsi.
>>COSA SI DEVE SAPERE PER SCEGLIERE UNO STRUMENTO DI MISURA PER L'AUTOCONTROLLO HACCP<<
Fino a poco tempo fa, i controlli igienico-sanitari sui prodotti alimentari, venivano effettuati dagli organi di controllo preposti (USL,NAS,ecc.) a valle della produzione, a livello di distribuzione e somministrazione al pubblico.
Tale sistema, oltre a fornire solo un controllo a posteriori, e quindi spesso a fronte di un danno ormai compiuto, non forniva nessuna precisa indicazione sulle cause dello sviluppo di agenti patogeni e sostanze tossiche al momento della produzione.
Il sistema di autocontrollo HACCP invece è basato sul principio dell'identificazione dei punti critici che possono portare al deterioramento del prodotto alimentare in tutte le fasi precedenti del consumo, sotto la diretta responsabilità dell'azienda che produce o immette sul mercato il prodotto.
Per questo, sono tenuti all'applicazione della normativa 8la cui definitiva attuazione è stata fissata al 28 giugno 1999) tutte le aziende che effettuano la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione e la somministrazione di prodotti alimentari.
L'applicazione dei protocolli HACCP non è stabilita nei particolari dalla legge: ogni azienda è tenuta all'analisi ed all'identificazione dei rischi cui i prodotti sono sottoposti al suo interno. La corretta applicazione della legge richiede pertanto la stesura di un piano che comprenda l'analisi dei rischi, le misure di controllo, le misure preventive e quelle da intraprendere nel caso si verifichi un problema, nonchè le metodologie di documentazione dei controlli effettuati.
QUALI PARAMETRI SI DEVONO CONTROLLARE
Una volta steso il piano, per attuare praticamente il controllo, l'azienda deve dotarsi della strumentazione tecnica necessaria al controllo dei fattori critici da misurare. Per tutti gli alimenti il parametro principale da tenere sotto controllo nelle varie fasi è la temperatura; la lavorazione e la conservazione di altri alimenti, quali carni, insaccati e prodotti lattiero-caseari richiede in alcune fasi la misura dei valori di pH.
PERCHE' E' IMPORTANTE IL CONTROLLO DELLA TEMPERATURA
Il controllo della temperatura è importante perché, al suo variare, i batteri naturalmente presenti negli alimenti si moltiplicano con ritmi diversi. Per conservare correttamente un alimento le condizioni di temperatura devono essere tali da rallentare (alimenti refrigerati) o bloccare (alimenti congelati) lo sviluppo dei batteri.
A 37°C si ha la crescita più rapida dei microrganismi. Il disegno seguente illustra l'aumento delle popolazioni batteriche nel tempo in condizioni di temperatura ed umidità favorevoli.Come si può vedere, in presenza di un insufficiente controllo della temperatura, la qualità di microrganismi presenti nei prodotti alimentari raggiungono in poche ore soglie pericolose per la salute.
Il controllo della temperatura deve quindi essere previsto in varie fasi del piano di applicazione HACCP dell'azienda. Vediamo, a titolo di esempio, in quante fasi della produzione di gelato artigianale questo controllo deve essere garantito. Il diagramma di flusso, riportato qui di fianco, identifica i "punti critici" che richiedono il controllo della temperatura.
Nella stesura del piano di applicazione HACCP, l'identificazione dei punti critici di controllo (CCP)è un passo fondamentale. Come nel caso della produzione di gelato, un CCP è un particolare momento della produzione o manipolazione del prodotto che deve essere tenuto sotto controllo, perché presenta rischi di contaminazione dell'alimento da parte di microrganismi o sostanze tossiche.
Un esempio pratico è quello del controllo quotidiano della temperatura delle celle frigorifere in cui sono conservati gli alimenti deperibili.
Per ogni punto critico individuato si compilerà una scheda del tipo seguente.
LA SCHEDA PER IL PUNTO CRITICO DI CONTROLLO
>FASE
Conservazione prodotto surgelato
>PERICOLO
Contaminazione da microrganismi
>SOGLIA DI ALLARME
-18°C + 3
>SORVEGLIANZA
Controllo quotidiano temperatura
>MISURE DA ADOTTARE IN CASO DI ALLARME
Chiudere il banco frigorifero; eliminare il difetto; in caso di scongelamento eliminare il prodotto.
>RESPONSABILITA'
Si indica solo se diversa dal titolare
>DOCUMENTAZIONE
Si indicano i registri previsti
Poichè in seguito all'indicazione dei punti critici è necessario stabilire azioni di controllo e correttive adeguate, le aziende devono dotarsi delle strumentazione adeguata.
Scopo di questo manuale è appunto descrivere, per ogni fase del prodotto alimentare, i possibili punti critici e gli strumenti e le modalità più idonei a misurare e registrare le temperature.
Nelle pagine seguenti esaminiamo problemi e soluzioni nelle seguenti fasi:
-Ricevimento merce
-Stoccaggio in magazzini e celle frigorifere (controllo di temperatura ed umidità relativa)
-Ristorazione (cottura e somministrazione)
-Trasporto
COSA SUCCEDE ALLE COLONIE BATTERICHE ALLE DIVERSE TEMPERATURE?
Il disegno dà un'idea della crescita delle colonie batteriche alle diverse temperature.
!! SE LA TEMPERATURA NON E' SOTTO CONTROLLO LA CRESCITA BATTERICA PUO' RAGGIUNGERE IN POCHE ORE LIVELLI PERICOLOSI PER LA SALUTE!!
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ENERGY MENAGEMENT
E' la metodologia mediante la quale l'energia viene gestita in maniera efficiente onde perseguire un vantaggio economico (riduzione dei consumi). L'energy Manager è il responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia. E' una figura che grazie alle conoscenze tecnico-economiche del settore energetico in tutti i suoi ambiti, è di aiuto all'utente finale per un programma di riduzione dei consumi. Tale figura professionaledeve essere vista come supporto a tutti quegli attori che vogliono intraprendere un corretto piano per ridurre i consumi energetici.
La figura dell'energy manager nasce negli anni '70 sulla spinta della crisi energetica ma è solo nel 1991 che nasce la nuova concezione dell'E.M
Con la legge 10 del 1991 viene infatti stabilito che:
" sono soggetti obbligati alla nomina del Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia tutti i soggetti non industiali che superano la soglia di consumo di 1000TEP/anno. Per i soggetti industriali il limite di consumo è stabilito in 10.000TEP/anno" |
I soggetti che non rispettano tali obblighi possono incorrere in sanzioni da €-5.189,00 a €-51.894,00
Il D.lgs. .192 del 2005 integra ancora di più l'attività del'E.M. nella Pubblica Amministrazione. Il decreto, nel riconfermare l'obbligo di presentazione dell Relazione Tecnica di cui l'Art.28 della Legge 10/91, così come modificata dall'Art.11 (all.to E) del decreto medesimo, sottolinea nell'ambito dell'Allegato I comm.15 come:
"Ai fini della più estesa applicazione del c.7 dell'Art.26 Legge 10 del 9/01/91, negli enti soggetti all'obbligo di cui all'Art.19 stessa legge, tale relazione progettuale dovrà essere obbligatoriamente integrata attraverso attestazione di verifica sulla applicazione della norma predetta a tal fine redatta dal Responsabe per la conservazione e l'uso razionale dell'energia nominato" |
Ciò significa che il Legislatore vede la figura dell'Energy Manager come il valutatore dei progetti che vengono presentati in riferimento all'osservanza della normativa vigente in campo energetico.
Importante è evidenziare come la Legge 10/91 stabilisca l'obbligatorietà della nomina dell'E.M. nel caso si superassero i vincoli stabiliti, ma permette la nomina volontaria se tali vincoli non vengono raggiunti.
Secondo la Legge 10/91 l'Energy Manager può essere anche una persona interna alla struttura, purchè sia dotato delle necessarie conoscienza tecnico-economiche relative all'uso razionale dell'energia.
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Il problema!
Risparmiare energia e gestirla in modo efficiente sono le prime azioni da compiere per contribuire alla sostenibilità delle attività umane. Le imprese hanno un ruolo chiave in questo: risparmiare energia e integrare la gestione delle prestazioni energetiche nelle attività quotidiane permette loro di controllare i consumi e contenere i costi energetici, traendone profitto economico e vantaggio competitivo.
Anche i consumi di energia, quindi, necessitano di essere gestiti in modo efficiente e volto al continuo miglioramento: un controllo puntuale e sistematico degli usi dell'energia potrebbe infatti essere in grado di consentire già in breve tempo un considerevole risparmio dei costi interni
aziendali, oltre a garantire un prezioso contributo alla salvaguardia delle risorse energetiche a livello globale.
Lo scopo dello Standard Internazionale ISO 50001 è quello di guidare le organizzazioni a stabilire sistemi e processi necessari per migliorare la performance energetica, compresi l’efficienza energetica, l’uso, il consumo e l’intensità di energia.
L’implementazione dello standard dovrebbe portare a riduzione in termini di costi dell’energia, di emissioni di gas climalteranti e di altri impatti ambientali, attraverso una gestione sistematica dell’energia.
Lo Standard Internazionale definisce requisiti di un Sistema di Gestione per l’Energia per sviluppare e implementare una politica energetica, stabilire obiettivi, target e piani di azioni con cui prendere in considerazione i requisiti legali ele informazioni relative ai propri usi energetici significativi.
L’applicazione globale dello Standard contribuisce ad un uso più efficiente delle risorse energetiche disponibili, migliora la competitività e porta un impatto positivo sul cambiamento climatico. Lo Standard considera tutti i tipi di energia. (Con il termine Energia sono comprese energie rinnovabili, non rinnovabili e riuso di energia)
L’intervento:
Cosa si intende con Sistema di Gestione dell'Energia (Energy Management Systems - EnMS)?
Un Sistema di Gestione dell’Energia rappresenta un approccio sistematico per monitorare e ridurre il consumo di energia in ogni tipo di organizzazione o impresa.
La norma ISO 50001: Requisiti per i Sistemi di gestione dell'Energia è il nuovo standard dedicato agli EnMS. E’ basato su un approccio PDCA (Plan-Do-Check-Act), ovvero l’implementazione di politiche energetiche corrette caratterizzate da obiettivi concreti, volti alla messa in atto di azioni mirate e, successivamente, al controllo ed alla verifica delle modalità di riduzione dell’utilizzo di energia, con l'obiettivo del miglioramento continuo.
I suoi principali requisiti riguardano:
- l'implementazione di politiche energetiche caratterizzate da obiettivi concreti e misurabili
- l'identificazione degli usi dell'energia, individuando le aree di criticità e gli elementi che influiscono maggiormente sui consumi
- la previsione periodica dei consumi e la loro sistematica comparazione con i consumi effettivi
- l'inserimento dei consumi energetici all'interno dei processi decisionali quali progettazione e acquisto di impianti, materie prime, servizi ecc.
Quali sono i vantaggi principali derivanti dalla certificazione del Sistema di Gestione dell’Energia?
- La possibilità di avvalersi di esperti in-house per valutare la conformità e l'efficienza del proprio sistema di gestione dell'energia
- Assicurare il miglioramento continuo nell'applicazione di metodi di gestione dell'energia e organizzarsi per gestire al meglio la loro valutazione - Dimostrare a tutti i portatori di interesse il proprio impegno per la protezione dell’ambiente, così
come per la redditività e la riduzione dei costi.
La soluzione
Un network di aziende integrate con specifiche competenze non conflittuali e che in piena collaborazione portino al raggiungimento dell’obbiettivo finale.
Società di consulenza, Installatori, Società di controllo, Certificatori